Pari e Uguali aps
Associazione di promozione sociale per diffondere una cultura di paritą
 


N° 002/2021  
FONTE: Cronache e opinioni GIORNO E DATA: Dicembre 2020
PAGINA: 22 AUTORE: Sabrina Ravagnani

     

                                     

La presenza femminile nello sport è in aumento, non considerando le molte donne che frequentano le palestre, ciò è diverso dalle competizioni individuali e di squadra. L’attività in palestra è necessaria per molti sport a mantenersi in forma o per recuperare traumi necessari di riabilitazione. Le donne praticano quasi tutti gli sport tradizionalmente “maschili” e hanno raggiunto delle prestazioni di alto livello, esiste il pugilato femminile, i vari tipi di lotta e arti marziali, anche il football americano è praticato con propri campionati (in Italia dal 2013), in questo sport in USA sei ragazze hanno giocato con squadre maschili. Ricordiamo che nel tennis si giocano partite miste. Sono aumentate le allenatrici nelle squadre di calcio femminile (ancora molto poche), non mancano esempi di donne allenatrici di squadre maschili. La situazione è in evoluzione e tende a migliorare, però richiede maggior visibilità per le competizioni femminili non solo in televisione (di tanto in tanto) ma anche su giornali e riviste. Pari e Uguali è ottimista e si prodigherà nel contribuire a dare risalto allo sport femminile. Rodolfo Balena

 

DONNE E SPORT

          
Sport e dis-parità di genere

 


L’importante non è partecipare ma decidere! Questa è la tematica che chiude il ciclo di articoli dedicato a donne e sport. Le politiche di genere sono “il nostro pane”, il know-how dell’Associazione, un patrimonio immenso. Analizzando i vari sport possiamo vedere vicino differenze e opportunità, disparità di trattamento economico e di spettacolarità.
Non è certo il grado di spettacolarità che determina le grosse differenze e non si può certo avviare crociata dopo anni di tradizione ormai consolidata che ci fa pensare d esempio al calcio come a uno sport maschile o alla pallavolo come uno sport femminile.
Da docente ho avviato una ricerca nelle mie classi quinte del liceo per capire direttamente il pensiero dei ragazzi, prendendo spunto da una ricerca nella quale loro stessi sostenevano che “la parità di genere non esiste”. Ho cercato dati presso l’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere E.I.G.E. e le riflessioni rispecchiano ciò che succede nei vari settori della società. La proporzione di donne e uomini nelle posizioni decisionali nelle 28 confederazioni continentali degli sport olimpici in Europa mette in luce come negli sport olimpici in Europa gli uomini a tutti i livelli nelle cariche anche dirigenziali sportive (presidente, vicepresidente, membri del consiglio direttivo, direttore generale, segretario generale) siano fortemente privilegiati. Inoltre la mancanza di informazioni idonee ostacola l’azione, l’adozione di politiche che riflettano le necessità diverse delle donne e degli uomini e incoraggino una pari partecipazione e un pari coinvolgimento.
Le donne sono relegate ai margini dei processi decisionali e sebbene la partecipazione femminile allo sport stia gradualmente aumentando, le donne rimangono sottorappresentate negli organi decisionali delle istituzioni sportive, sia a livello locale e nazionale, sia a livello europeo e mondiale.
L’area tecnica è un altro ambito dello sport in cui le donne sono largamente sottorappresentate. Sulla base dei dati di sette Stati membri dell’UE, si stima che le allenatrici in Europa non superino il 20-30%. Negli ultimi anni si è vista una maggior partecipazione nei CIDA da parte delle donne per effetto della legge 120 del 2011 detta Golfo-Mosca che prevede la presenza di “quote di donne” nei consigli di amministrazione e collegi sindacali o si pagano multe salatissime. Nel 2000 erano il 2%, nel 2017 vicine al 35%, si auspica che in futuro non ci sarà più bisogno di un obbligo normativo per portare avanti questa cultura.
Anche nello sport quindi ancora molta strada da per…correre.

 

 




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